Rinoplastica tecnica aperta e chiusa

La rinoplastica è l'intervento principe della chirurgica estetica, sicuramente il più antico (datato tra il 600 e il 1200 e descritto dal noto chirurgo indiano Shusutra), in quanto la ricostruzione del naso veniva richiesta da chi aveva subito l'amputazione del naso quale sanzione penale per certi reati.
Ciò accadeva in India.
Il naso nei vari interventi di rinoplastica estetica e ricostruttiva è simbolico della chirurgia plastica stessa, come è vero che una ricostruzione del naso raffigurata in una icona scientifica attribuita a Gaspare Tagliacozzi , che in contrapposizione al metodo indiano di Suhscruta è stata presa come simbolo grafico dalla più importante società scientifica di chirurgia plastica che è la SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica ricostruttiva ed estetica) che ne ha fatto l'emblema del suo marchio.

L'evoluzione delle tecniche di rinoplastica è stata straordinaria come anche il perfezionamento dello strumentario chirurgico che consente modellamenti impensabili in difetto della disponibilità di certi ferri del mestiere.
Ma le due categorie che si contendono il "campo " sono la rinoplastica, tecnica aperta e tecnica chiusa.

Rinoplastica tecnica aperta e chiusa

Si tratta di due filosofie completamente differenti nell'approccio con la rinoplastica.

La tecnica aperta consiste nella separazione della parte cutanea della columella (il pilastrino che separa le due narici) dalle strutture sottostanti (le cartilagini della punta) così da consentire una visione più diretta delle strutture da rimodellare.

In pratica per analogia si può considerare l'opera di un meccanico che per lavorare sul motore sollevi il cofano della sua macchina.
Per ottenere questa separazione e quindi il sollevamento del rivestimento cutaneo della punta, si pratica una incisione sulla cute columellare e si prosegue con l'incisione ai lati della columella e internamente per liberare la cute da tutte le sue connessioni e consentire così il sollevamento completo della cute di rivestimento delle strutture della punta.

Nella tecnica di rinoplastica chiusa non si incide la cute della columella ma si incide solo internamente per consentire la visione delle strutture da rimodellare, abbassando la testa, per farsi luce tra il rivestimento cutaneo che viene sollevato solo parzialmente e le strutture profonde da rimodellare.

Rinoplastica tecnica aperta e chiusa diverse filosofie di approccio.

Nella tecnica aperta, come abbiamo visto si incide esternamente la cute columellare e quindi si lascia una cicatrice se pur piccola sulla columella mentre nella rinoplastica chiusa non ci sono cicatrici.

Rinoplastica aperta e chiusa, si tratta solo di una cicatrice in più?
 

Abbiamo detto che si tratta di due filosofie completamente diverse, infatti non si tratta solo di una cicatrice, quella pre columellare che nella tecnica chiusa viene evitata, ma si tratta del fatto che una volta sollevata la cute della punta, data la immediata anche se minima retrazione cutanea (la cute è elastica e quando viene staccata dal suo letto naturale si contrae) vengono perse le intime connessioni che la cute della punta contrae con strutture anatomiche di fondamentale importanza per l'estetica della punta, che sono i domi, cioè una particolare strutturazione delle cartilagini alari, responsabili della dell'estetica e soprattutto della proiezione della punta.

Rinoplastica aperta e chiusa criteri di una scelta, indicazione elettiva
 

La rinoplastica aperta vede i suoi Natali ai primi del novecento per poi essere stata relegata in soffitta, viene riscoperta un paio di decenni fa e si accaparra le simpatie dei chirurghi più giovani che trovavano difficoltoso individuare con sufficiente chiarezza le strutture sulle quali intervenire, sollevando solo parzialmente la cute del naso.

L'indicazione elettiva della rinoplastica aperta rispetto alla chiusa sono le rinoplastiche secondarie che presentano particolare difficoltà nell'isolare le cartilagini della punta spesso annegate in un magma cicatriziale.

Rinoplastica aperta e chiusa c'è dell'altro?
 

Spesso, specie da parte dei non addetti ai lavori c'è la tendenza a classificare, a stigmatizzare, conferendo a un nome simbolico (nel caso nostro rinoplastica chiusa anziché open o aperta) tutte le virtù o tutti i difetti.
In realtà le cose stanno molto diversamente perché una volta entrati nel naso poi c'è da "lavorare" ed è quello che conta: dopo essere entrato nel naso cosa fai.
La rinoplastica è l'intervento più delicato e per certi chirurghi più difficile della chirurgia estetica, tanto che molti anche blasonati chirurghi non se la sentono di eseguirla la rinoplastica, preferendo chiamare al tavolo operatorio colleghi più esperti.
Il rimodellamento del dorso che prevede le osteotomie non è pane per tutti chirurghi.

Rinoplastica aperta e chiusa preparazione del paziente
 

Al di là della prescrizione degli esami di routine (sangue ed elettrocardiogramma) la cosa importante sia che si tratti di una rinoplastica chiusa che aperta (open), è l'esatto percezione di cosa il paziente si aspetta dalla rinoplastica. Per questo sono solito usare i software di morphing che utilizzo a fianco del paziente per verificare quello che il paziente si aspetta. Anche un momento prima di essere addormentato già in sala operatoria. È così che si riducono i contenziosi dei pazienti insoddisfatti.

Rinoplastica chiusa e aperta (open) complicazioni.

Più che di complicazioni possiamo parlare di mandato risultato, di risultato parziale, di persistenza di alcuni difetti, di comparsa di difetti che prima non c'erano.

Le situazioni che si verificano con maggior frequenza sono le asimmetrie della punta, la persistenza sulla linea del dorso di un plus o di qualche irregolarità. Più grave è la comparsa di un naso cosiddetto a sella per eccessiva asportazione di osso proprio del naso.

A tutti questi inconvenienti c'è ovviamente il giusto rimedio con una rinoplastica secondaria.

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